CASA MUSEO DONA MAXIMA
Casa Dona Maxima è una tipica casa padronale sangavinese risalente al XVI secolo. All’epoca San Gavino era il centro amministrativo-giudiziario del Monreale. La Casa fu costruita per volontà dei feudatari spagnoli di Quirra che estesero i loro possedimenti sino all’arburese. La costruzione presenta alcuni caratteri tipici della casa campidanese come “sa lolla” con struttura ad archi e le pertinenze che circondano i muri perimetrali. Dietro un ampio portone si trovano un giardino lastricato, un suggestivo porticato e un forno antico utilizzato per il pane.
La Casa deve il proprio nome a Donna Massima Orrù (Dona Maxima nella parlata locale), ultima rappresentante della nobile casata degli Orrù, che acquistarono l’immobile dai Quirra nei primi anni dell’800. Inizialmente utilizzata come abitazione privata, nel 1856 Casa Dona Maxima, venne presa in affitto dal Comune di San Gavino che la impiegò negli anni come Ufficio della Giudicatura Mandamentale, Scuola Elementare Femminile e Stazione dei Carabinieri Reali.
Cambiò poi destinazione d’uso intorno al 1970 quando fu dapprima acquistata dal Comune e successivamente restaurata per essere adibita a casa-museo. Il museo, aperto nel 1994, ad opera dell’associazione “Sa Moba Sarda”, contiene arredi e utensili della cultura campidanese nonché reperti storici delle Guerre Mondiali.
Gli ambienti del piano terra sono arredati come una casa campidanese del XIX secolo mentre la mansarda, un tempo utilizzata come deposito di cereali, oggi è adibita a sala espositiva per mostre fotografiche e pittoriche. Dal 2013, nel cortile è presente il murale “Civiltà Contadina” realizzato dagli artisti Fernando Marrocu e Antonino Pilloni.