CHIESA E CONVENTO DI SANTA LUCIA
“Su guventu” e la Chiesa di Santa Lucia risalgono rispettivamente al IX e X secolo, risultando il monumento più antico presente nel territorio di San Gavino Monreale.
Costruito su precedenti insediamenti nuragici, il Convento venne poi ristrutturato dai primi monaci di rito greco-bizantino che giunsero in Sardegna in quei secoli. La prima tesi è confermata dal ritrovamento di una sorgente coperta e chiusa da muri, che risale all’epoca del culto delle acque da parte dei nuragici. La seconda tesi invece, è confermata dal ritrovamento di tracce di un’antica cupola con i peducci quasi intatti, aventi i pampini in rilievo i quali, secondo Padre Iliario Orrù, sono da attribuirsi a matrici greche.
I cristiani riconvertivano luoghi come questi ai Santi, in questo caso Santa Lucia, martire siracusana e benedetta per la cura della cecità.
Il chiostro è un’opera molto bella e fragile, con il tetto più antico costruito in legno di ginepro. Sono inoltre presenti due lapidi con iscrizioni medievali in gotico e risalenti al XII e XIII secolo, segno della sepoltura di gente pisano-toscana. Della struttura originaria è possibile vedere l’antica volta a botte, le pesanti archeggiature, oltre alle due incisioni in lingua greca con la dicitura “uomini di Basilio” e “Aetione”, benché scritte con abbreviazioni di scuola benedettina.
Dopo l’XI secolo, con il grande scisma tra Chiesa d’Occidente e d’Oriente, il convento venne rilevato prima dai Benedettini, poi a partire dal XVI secolo, dai Francescani portati dal potere spagnolo. In alcune cappelle interne alla chiesa sono presenti degli altari in marmo – del XVI secolo e successivi – con una croce particolare, che ricorda il simbolo dei cavalieri templari, i quali però erano già stati dichiarati fuori legge dalle autorità dell’epoca.
I monaci del Convento a partire dal XVII gestivano l’università di Teologia e Lettere e un’importante biblioteca. A testimonianza di quale fosse il loro ruolo sociale per la comunità di San Gavino, sono numerose le attestazioni di lasciti, testamenti e transazioni economiche che privati cittadini o autorità versavano ai monaci della chiesa. Oltre a questo, erano presenti delle costruzioni chiamate buttegheddas de guventu, una lunga fila di stanze che i religiosi davano ai pellegrini accorsi per la festa in onore della santa.