Il muralista atzarese Mauro Patta adotta la celebre frase di Francesco Casula “Si morit su pastore, morit sa Sardigna intrea” per celebrare attraverso una splendida opera il nostro mondo agropastorale. L’artista sembra voler raffigurare una richiesta d’aiuto da parte di un settore in continua difficoltà. Dal punto di vista figurativo, il murale rappresenta un gregge di pecore che ci osserva confuso e esitante mentre decidiamo la sorte loro e del loro pastore. Le origini barbaricine di Mauro Patta hanno inciso notevolmente sull’opera in questione nella quale trasfigura anche la nostalgia per una terra che ha dovuto lasciare troppo presto per trasferirsi, come tanti, come troppi, nella penisola. Questo murale è stato realizzato attraverso l’utilizzo di smalti ad acqua che hanno permesso un effetto così realistico da far sembrare che il gregge ci stia venendo incontro.
MAURO PATTA
Mauro Patta nasce ad Atzara (NU) nel 1985. Nel 2014 inizia il suo percorso nell’arte muraria e dal 2015 lavora come pittore di porcellana alla Gucci-Richard Ginori. Nel 2018 si è laureato in pittura alla Accademia di Belle Arti di Firenze, dove attualmente risiede.
Progetto artistico a cura dell’associazione culturale “Skizzo”.